Ceramica ibrida nello studio: un materiale CAD/CAM per pazienti con disturbi funzionali?
Per gli odontoiatri le riabilitazione di pazienti con disturbi funzionali sono una sfida. In che misura la ceramica ibrida VITA ENAMIC possa essere un materiale per pazienti bruxisti, grazie all'elasticità simile alla dentina, è oggetto di questo contributo del Dr. Sjoerd Smeekens. Ricostruzioni in VITA ENAMIC sono ancora sperimentali per queste indicazioni, ma il clinico le ha già adottate con un buon successo clinico.
1. Situazione iniziale
Da oltre dieci anni il paziente 48-enne soffriva di disturbi all'articolazione temporo-mandibolare, mal di testa e – di conseguenza – depressione, con compromissione dell'attività lavorativa. Numerose visite mediche e tentativi terapeutici – (anche con bite occlusali) non avevano portato alcun beneficio. Il pazienta ha rifiutato una correzione mandibolare per la presenza di un'anomalia scheletrica di III classe, per l'incerto successo della terapia. Le Fig. 1 – 3 mostrano la situazione iniziale.
2. Trattamento preliminare
Quando il paziente si è presentato nel nostro studio, per prima cosa si è cercato di stabilizzare l'occlusione con una correzione reversibile della posizione dentaria. La lunghezza ottimale dei bordi incisali, il piano di occlusione, il piano orizzontale e verticale sono stati determinati con un bite occlusale in cera (Fig. 4). Si è visto che con un incremento della dimensione verticale di 8 mm era possibile correggere la relazione di III classe Angle. Per la valutazione nel lungo periodo sulla base del bite occlusale è stata realizzata una placca in PMMA per uso permanente (Fig. 5 e 6). Dieci ore dopo l'inserimento (Fig. 7) il paziente ha comunicato, piangendo lacrime di gioia, di non avere più dolori. Questa situazione dura da due anni di permanenza in bocca.
3. Scelta del materiale
Solo ad avvenuto incremento della dimensione verticale vengono realizzate le riabilitazioni fisse. Obiettivo era conservare sostanza dentaria sana adottando un procedimento non invasivo. Per garantire alta precisione, occorreva un materiale restauro che consentisse il molaggio di bordi molto sottili. Era inoltre auspicato un materiale con caratteristiche possibilmente simili ai denti naturali. VITA ENAMIC soddisfa questi presupposti grazie alla sua elevata caricabilità ed elasticità, nonché alla possibilità del fissaggio con metodo adesivo.
4. Realizzazione del restauro definitivo
Per un trasferimento esatto della posizione dentaria ottimale, l'impronta digitale è stata eseguita sia con che senza placca. Le scansioni sovrapposte hanno costituito la base per la progettazione virtuale del restauro monolitico in VITA ENAMIC (Fig. 8 e 9). Dopo il fresaggio il restauro è stato caratterizzato e lucidato (Fig. 10 e 11). La prova ha evidenziato un'elevata precisione ed il paziente era soddisfatto del colore, per cui si è proceduto all'immediato fissaggio adesivo. Per ottenere un passaggio invisibile alla sostanza dentaria, è stato usato un composito di otturazione preriscaldato.
5. Conclusione
Con l'inserimento dei restauri in VITA ENAMIC (Fig. 12 - 14) è cresciuta l'autostima del paziente che si è trovato un nuovo lavoro. L'esempio descritto mostra che questo concetto di trattamento non invasivo può portare a risultati eccellenti anche su pazienti con disturbi funzionali molto gravi – con un deciso miglioramento della qualità della vita.
Relazione 09/15